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1.
€ 7,00
EAN-13: 9788897726012

Il supremo fine (dal Mahābhārata) traduzione dal sanscrito in ottava rima di Michele Kerbaker
Edizione:Di Felice Editore, 2012
Collana:I poeti di Smerilliana

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Prezzo di acquisto€ 7,00
Descrizione«Il Kerbaker … era un letterato nel senso piú eletto della parola, e, quantunque tenesse propriamente cattedra di linguistica indoeuropea e fosse specialista nel sanscrito, possedeva una larghissima conoscenza delle letterature e lingue antiche e moderne, e un’ottima educazione umanistica, o rettorica che si dica, nell’arte dello scrivere italiano. Scrisse molte memorie in materia filologica e critica, perfettamente informate, giudiziose anche, ma non molto originali né per indagine né per pensiero direttivo; e spiccatamente letteraria era la fantasia che portava nei suoi testi indiani, onde gli episodi del Mahābhārata gli si dispiegavano in ottave di natura ariostesca. Si sarebbe detto che egli avesse nell'anima piú Ariosto e gli altri poeti italiani che non i poeti indiani … Del resto il Carducci a ragione ammirava nel Kerbaker ‘la larga e forte dottrina e la corretta e varia facilità del verseggiare italiano’».

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2.
€ 10,00
EAN-13: 9788897726036
Luis García Montero
Cinquantina
Edizione:Di Felice Editore, 2012
Collana:I poeti di Smerilliana

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DescrizioneEsiste una condizione psicologica di confronto consapevole con il vuoto che assedia l’uomo e sottrae credibilità al suo sentire, che in poesia si esprime come tentativo di restituire alle funzioni verbali la razionalità altrimenti, nella vita, insidiata e smarrita («La solitudine si apprende e si conquista, / anche se giunge a noi / come rivelazione inaspettata / di una sera che gioca con la pioggia»). Senza, con questo, inibire alla parola le virtù liriche, evocative, fantastiche, anzi concentrandole e come allineandole alla retta obliqua che attraversa da una parte all’altra la propria personale esperienza di vita («Adesso / sento ancora il mio corpo pieno di banderuole / e lo vedo disteso / sopra generazioni di finestre antiche / mentre la notte avanza solitaria e perfetta»). È il caso appunto di Luis García Montero. Ma, rispetto al procedimento più “visionario” che caratterizza altre sue prove, qui l’autore è andato ricomponendo ancor di più la consistenza materiale delle cose e degli oggetti, delle situazioni e delle persone, proprio contro quello spettro del vuoto con cui si misura il suo bilancio dei cinquant’anni («Le parole, come un tramonto / che si confonde con la notte, / sono sabbia che cade davanti al vuoto») e attraverso il progressivo uso oggettivante e oggettivato dei “quadri” che compongono la Cinquantina («le 50 poesie che mi lasciano più tranquillo», per sua dichiarazione). Muovendo da una profonda esigenza interiore di verificare con se stesso e di comunicare agli altri la propria visione del mondo e della vita, García Montero costruisce i suoi rigorosi quadri, mirando a isolare i tagli, le fessure, gli scollamenti, in cui si esprime e si dichiara il disagio personale del non-riconoscimento, del vuoto. Ma tale disagio, sia pure dentro i dubbi ed il malessere dell’esistente (ex-sistere è, appunto, balzare fuori di sé), diviene condizione da cui prendere le distanze, insieme accettandone la contraddizione («Un realista che vive il mondo dei sogni, / un sognatore che vuole vivere la realtà»). E la liberazione, rituale e salvifica, compone la mappa appunto dei “quadri” del proprio percorso poetico, la serie di contrassegni che guidano la marcia verso la riappropriazione nel concreto e nel dettaglio dell’esistenza in tutti i suoi aspetti e in particolare sul fronte dell’amore, in una situazione che prevede addirittura l’identificazione della poesia stessa con la donna amata («La poesia sei tu, / un taglio netto, / una riga sull’acqua / – se l’acqua è la ragione dell’esistere –, / la donna che si lascia sedurre / per tagliare la testa a un re» e, del resto, «Ci sono anche momenti in cui lasciamo / le parole d’amore e i silenzi / per parlar di poesia»).

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3.
€ 9,00
EAN-13: 9788897726098
Nazìh Abu ‘Afash
Armi nere
Edizione:Di Felice Editore, 2012
Collana:I poeti di Smerilliana

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DescrizioneMarmarita è la cittadina del nord-ovest siriano in cui Nazìh è nato, trascorrendovi poi quel breve periodo della prima parte della vita che spesso lascia all’uomo il miglior ricordo. Per il poeta essa è vista come l’utero, la placenta in cui tornare, nell’illusoria speranza di potersi estraniare da quanto lo disgusta del mondo. E in quello spirito – nei primi anni Duemila – aveva deciso di lasciare – dopo oltre quattro decenni – la caotica vita damascena per trovar rifugio in quel porto quieto, nella serena pace delle pendici del monte su cui s’aggrappa la cristiana contrada tra stormir di fronde e risonar di campane dalle chiese intorno. Perché il luogo è tutto cristiano. Non vi si eleva l’appello alla preghiera non essendovi moschee nella sua cerchia. L’imponente mole della fortezza crociata del Crak dei cavalieri la guarda dall’altra parte della valle, quasi a volerne difendere e mantenere la cristianità. Su un soleggiato declivio il poeta aveva costruito il suo rifugio affacciato a un fazzoletto di terra su cui crescono le piante più strane dove, però, prevalgono le varietà di ciclamini, sia coltivati che spontanei, particolarmente amati da Nazìh. Qua e là si ergono, piegati dalla brezza, i lunghi steli dalle stellari lanceolate foglie dentate della cannabis indiana i cui semi vengono portati dagli uccelli dalle piantagioni del nord del Libano su cui si apre la vista a occidente con il mare che luccica lontano nei tramonti di buona visibilità. E tante gabbiette di cardellini che riempiono l’aria dei loro cinguettii. Tè, caffè, le immancabili sigarette. Pochi amici, fidati e disponibili, sempre benvenuti. Cura delle piante e degli uccellini. Talvolta la caccia, sua passione da sempre che gli mancava molto a Damasco. E poesia. Senza sistematicità. Sul ghiribizzo dell’ispirazione. Penne e post-it dappertutto, pronti a registrare ogni effimero afflato creativo. Subito appesi a pareti, porte, finestre. Sempre sott’occhio, suscettibili di integrazioni, interventi, ritocchi. Prima d’esser posti in ordine sul tavolo in cucina per l’elaborazione finale.

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4.
€ 9,00
EAN-13: 9788897726074
Bianca Tarozzi
La signora di porcellana
Edizione:Di Felice Editore, 2012
Collana:I poeti di Smerilliana

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DescrizioneSostenuti dalla rima, i versi di Bianca Tarozzi fluiscono rapidi e veloci come i rivi o l’acqua degli antichi “navili” che un tempo scorrevano a Bologna. Ma godere in fondovalle dell’acqua fina e trasparente, popolata di girini, significava per lei vivere la gioia del presente assoluto. All’apertura della raccolta si evoca l’infanzia, l’età che tutto fonde nei colori della fantasia, in cui si è tutt’uno con Dio e ci si sente al centro del cosmo: Il cielo, prima, si muoveva con me girando attorno al sole con la luna e con le stelle. Nell’infanzia ogni cosa è possibile: una aerea schiera di moscerini – pensava un’altra poetessa, Rose Ausländer – può addirittura mettere in moto l’intera volta celeste. Ma nelle poesie di Bianca Tarozzi assistiamo anche alle piccole storie del quotidiano – l’incontro con Mara o l’inverno 1946 – che l’autrice struttura come un racconto in versi. Si inserisce, cosí, in una lunga tradizione che annovera, nella letteratura italiana, autori come Gozzano o Pascoli, anche se la dimestichezza con la letteratura angloamericana la accomuna ai postmodernisti da lei tradotti, come, ad esempio, Elizabeth Bishop. Si ripropone la poetica dell’oggetto recuperato dalla memoria, sia esso rappresentato dagli orecchini luccicanti della siciliana, dai lini del corredo, dallo straccetto ricamato, dalla stufa rossa... [...]

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